Credo che lo spazio vada contato come una battuta.
Quando leggo “tot battute spazi esclusi” mi indigno. Diciamo che ci tengo ai miei spazi, fanno parte di ciò che scrivo, sono io che ho pigiato il dito sulla barra spaziatrice ed ho creato quello spazio, sono io che ho deciso che tra quella parola ed un’altra ci sarebbe stato uno spazio.
Perché un mio spazio deve avere meno identità di una mia parola?
In un’epoca dove si fa scempio della sintassi e del lessico, è importante dare un valore ad ogni segno. Per me anche lo spazio è un segno. Io non sottovaluterei affatto quell’area vuota tra parola e parola; provate ad immaginare un testo con tutte le parole attaccate… sarebbe una facile lettura? Io dico di no.
Gli spazi valgono più uno.
Fotografia di Emanuela Ciliento. Parigi 2012.
D’accordissimo. Viva gli spazi! Twitter docet 😉