A quanto sia stronzo Ulisse non avevo pensato mai.
O almeno, non ci avevo pensato fino a quando io ed Elsa abbiamo deciso di dedicare un episodio del podcast alla letteratura degli stronzi (per la cronaca, se ne hai voglia, puoi ascoltarlo qui).
Un primo indizio di stronzaggine in realtà lo avevo colto ascoltando l’audiolibro di Circe, il romanzo di Madeline Miller, in Italia edito inizialmente da Marsilio, ed ora in libreria per i tipi di Sonzogno. Audilibro disponibile in esclusiva per Storytel, letto da Tamara Fagnocchi, alla quale chiederei serenamente di leggermi la vita perché è possibile che migliori.
Madeline Miller ci regala un ritratto inedito di Circe. Ricordata dai più come la maga che si innamora di Ulisse e trasforma i suoi uomini in maiali, Circe pur appartenendo al mondo degli dèi – è figlia del dio Elios e della ninfa Presiede – non è estranea ai dolori del mondo, tutt’altro. I sentimenti che delineano la sua esistenza sono decisamente umani: amore, rabbia, paura, nostalgia, rabbia e molto altro.
Tornando alla stronzaggine di Ulisse, ad aprirmi gli occhi è stata la versione in prosa dell’Odissea edita da Blackie Edizioni nella collana “Classici liberati”. Un’edizione arricchita da Il canto di Penelope a firma di Margaret Atwood, in cui Penelope, la prima figura femminile ad essere raggirata da Ulisse, ormai morta e consapevole come tutti i morti di ciò che è stato, si offre al lettore in una veste inedita, raccontando il suo punto di vista su quel gran seduttore – e pure nu poc’ strunz – di Ulisse.
Riusciva facile credergli. Molti, nel tempo, hanno ritenuto autentica la sua versione degli avvenimenti, si trattasse di uccisioni, di splendide seduttrici, di mostri con un occhio solo. Anch’io gli credevo, ogni tanto. Sapevo che era scaltro e bugiardo, ma non pensavo che avrebbe usato la sua astuzia e sperimentato le sue bugie anche con me. Non gli ero stata fedele? Non avevo aspettato, e aspettato, e aspettato, vincendo la tentazione – quasi un impulso – a comportarmi in altro modo? E che cosa ho raccolto, una volta che si è affermata la versione ufficiale? Sono diventata una leggenda edificante. Un bastone con cui picchiare altre donne. Non avrebbero potuto essere assennate, oneste, pazienti com’ero stata io? Questa era la linea seguita dagli aedi, dai cantastorie. «Non seguite il mio esempio» voglio gridarvi nelle orecchie – sì, nelle vostre orecchie! Ma quando cerco di gridare, la mia voce è quella di un gufo.
Ho chiesto all’Intelligenza Artificiale perché leggere l’Odissea.
Ha risposto così: “è una lettura preziosa perché offre un viaggio di consapevolezza e riflessione sulla natura umana, l’importanza della famiglia e del ritorno a casa, e le sfide che tutti dobbiamo affrontare nel corso della vita”.
Non sono d’accordo.
L’Odissea è a mio avviso un libro sulla cazzimma, ed Ulisse è l’essere cazzimmoso per eccellenza.
Così, per dire.
